giovedì 23 maggio 2013

Impianto Ama e rifiuti: ecco cosa proponiamo


Rifiuti: ma davvero a Roma devono essere un problema?
Per arrivare alla delocalizzazione definitiva dell'impianto TMB AMA di Villa Spada vogliamo lanciare a tutte le forze politiche del nostro territorio una concreta proposta.
Sappiamo bene che l'amministrazione municipale non ha poteri decisionali diretti, ma i referenti dei vari partiti che siedono al comune e in regione questi poteri li hanno. Pertanto non è accettabile che a livello locale si tenga un atteggiamento passivo in attesa degli eventi: bisogna nei tempi più brevi possibili restituire ai residenti di villa spada una dignitosa qualità della vita.
Sappiamo che per arrivare al trasferimento dell'impianto e ad una necessaria bonifica servirebbero circa 5 anni e 20 milioni di € di risorse economiche. Sempre ci hanno ripetuto che i soldi non ci sono e quindi il problema dei problemi è: come e dove reperire le risorse? 

Per costruire impianti di TMB che producono ecoballe di CDR ( combustibile per gli inceneritori), necessarie ad alimentare gli altiforni degli inceneritori e produrre energia elettrica, l'avvocato Cerroni ottiene "incentivi statali a fondo perduto" garantiti da fondi europei e da tutti gli intestatari di contratti di energia. Queste risorse nazionali vengono prelevate dalle tasche degli Italiani direttamente attraverso le bollette elettriche.

Si tratta comunque di fondi pubblici ( chiamati cip6) che vengono erogati in Italia (l' unico paese europeo) direttamente a chi produce corrente elettrica dall'incenerimento dei rifiuti, in quanto viene considerata come quella prodotta da vere "fonti rinnovabili"(panneli fv, eolico,geotermia etc). E  'un paradosso, perché gli inceneritori sono impianti dannosi alla salute e per l'ambiente e quindi noi tutti "paghiamo chi ci avvelena".
Per fermare questa assurdità, proponiamo subito una petizione, che raccolga decine di migliaia di firme, attraverso quale chiedere allo stato ed alla comunità europea la finalizzazione di risorse economiche (a partire appunto dai cip6) mirate alla delocalizzazione dell'impianto TMB AMA di via salaria. Tale richiesta verrebbe presentata anche in considerazione del fatto che e' stata la stessa comunità europea, a seguito del sopralluogo effettuato a ottobre 2012, a ritenere l'impianto TMB posizionato troppo vicino alle abitazioni.
Allo stesso tempo sarebbe possibile avanzare la proposta che l'impianto di via salaria venga riconvertito in una struttura che lavori la frazione "secca" dei rifiuti attraverso la differenziata porta a porta. In questo modo l'umido(la frazione organica) non entrerebbe più nell'impianto eliminando da subito gli odori nauseabondi che non permettono ai cittadini di vivere una vita normale.
Realizzare in quella struttura un impianto a freddo che recupera e commercializzare le materie prime, darebbe un ottimo ristoro economico all'amministrazione comunale e creerebbe un gran numero di posti di lavoro. Roma deve avere un vero piano industriale dell'Ama che punti sulla differenziata porta a porta attuando la strategia RIDUCO, RIUSO, RICICLO E RECUPERO a freddo della materia (strategia rifiuti zero). 
L'impianto Ama di Via Salaria
A questa pratica, che sarebbe già di per se virtuosa, noi vogliamo aggiungere la strategia P.D.G. (produco,differenzio, guadagno) coinvolgendo i cittadini nel fare buon uso civico dei rifiuti ed ottenendo anche per loro un ritorno economico. In questo modo si potrebbe contrastare l'aumento continuo della tassa dei rifiuti (oggi tares),evitando l'emergenza e senza avviare i rifiuti fuori regione con una spesa ancora maggiore. Con l'applicazione della strategia rifiuti zero si può arrivare a eliminare definitivamente la sciagurata filiera impianti tmb-inceneritori-mega discariche.
Importante inoltre che la gestione rifiuti dell'Ama venga verificata e monitorata costantemente dai comitati di quartiere e dalle associazioni del territorio che possono più facilmente coinvolgere i cittadini per avere una migliore differenziata e premiare i residenti con la riduzione della tassa.
E ancora si potrebbero mettere a disposizione dei cittadini delle isole ecologiche dove sia il cittadino stesso a portare il proprio rifiuto e ricevere in cambio dei punti accreditati direttamente su una tessera personale. A fine anno i punti raccolti si trasformerebbero in uno sconto sulla tassa rifiuti introducendo il principio "chi più differenzia più guadagna". Nel caso il cittadino accumulasse punti superiori a quanto avrebbe dovuto di tassa sui rifiuti, l'amministrazione comunale potrebbe concedere sconti sulla rete Atac, sui servizi in genere, sulle entrate dei musei,etc. Questo sistema virtuoso di raccolta differenziata potrebbe funzionare solo se si arrivasse a togliere subito i cassonetti per la raccolta stradale: dentro ai cassonetti ci finisce di tutto e il rifiuto pseudo-differenziato e' di scarsa qualità.
Mettendo in atto questi principi potremmo presto avere strade pulite, decoro urbano e una ROMA che guardi a un vero FUTURO SOSTENIBILE.
Lori Tuzii (Civica in Quarta)

Nessun commento:

Posta un commento